Agibilità totale e parziale, facciamo chiarezza
Hai finalmente trovato l’immobile che cercavi ma è privo del Certificato di agibilità? Capiamo insieme di quale documento si tratta, in che modo e in quali casi si deve richiedere.
Cos’è il certificato di agibilità?
Il Certificato di agibilità (o certificato di abitabilità) è un documento fondamentale per la compravendita di un immobile. Può essere richiesto sia per un’ unità immobiliare, per una sua parte che per un intero edificio. Per questo si parla di agibilità totale o parziale.
A cosa serve?
L’agibilità (valida a fini residenziali o ad altre destinazioni d’uso) dimostra:
la coesistenza di igiene, salubrità, sicurezza statica e risparmio energetico dell’immobile e degli impianti, nonché la conformità al progetto comunale presentato, ossia la Conformità urbanistica.
L’obiettivo del Certificato è tutelare la salute delle persone all’interno degli immobili, garantendo cioè quelle caratteristiche suddette che, nel XIXesimo secolo, lo Stato sabaudo, già in parte, provvedeva a far rispettare.
Quando si richiede?
Il Certificato di agibilità di un immobile è necessario in caso di:
- vendita, acquisto o affitto di un immobile
- interventi di ristrutturazione che possano modificare le condizione di sicurezza, igiene e salubrità
- cambio di destinazione d’uso dell’immobile
- nuova costruzione anche dopo precedente demolizione
Agibilità totale e parziale, differenze e sanzioni
Buone notizie per te! Nel 2016 è stata introdotta una novità nel campo dell’edilizia: l’autocertificazione SCIA (Segnalazione certificata per l’agibilità). Un documento che ha semplificato le procedure per ottenere il Certificato di agibilità, riducendone i tempi per il rilascio ma non solo. A compilarla, infatti, sono i responsabili degli interventi immobiliari allegando la dichiarazione certificata e redatta da un tecnico abilitato.
Che cos’è la SCIA?
Per SCIA s’intende la Segnalazione Certificata d’Inizio Attività, procedura introdotta dalla Legge n°122 del 30 luglio 2010 che sostituisce, di fatto, la Dichiarazione di inizio attività (DIA). Non confondere la SCIA con la CILA, valida in genere per le ristrutturazioni interne.
La SCIA serve a richiedere al Comune l’autorizzazione per:
- ristrutturazioni complesse
- interventi di manutenzione straordinaria,
- manutenzione strutturale di un edificio purché non di nuova costruzione!
In precedenza, con la DIA:
l’interessato poteva produrre un’autodenuncia di inizio attività, rispetto alla quale l’amministrazione doveva effettuare i suoi controlli entro un termine certo.
SCIA, costi e documentazione
Depositare la SCIA al Comune comporta il pagamento di:
- diritti di segreteria pari a 251,24 Euro
- diritti di segreteria in sanatoria pari a 501,24 Euro
- comunicazione delle varianti in corso d’opera per il costo di 126,24 Euro.
Le nuove regole, invece, prevedono che:
- la SCIA debba essere corredata dalle attestazioni di tecnici abilitati o dalle dichiarazioni di conformità relative alla sussistenza dei requisiti e dei presupposti per l’avvio dell’attività,
- l‘attività possa iniziare immediatamente dalla data di presentazione della SCIA allo sportello unico per l’edilizia SUET (si parla, in questo caso di SCIA agibilità).
Dalla data di presentazione, il Comune si riserva 30 giorni per richiedere integrazioni o dichiarare l’inammissibilità dei lavori. In precedenza con la DIA, i lavori iniziavano dopo i 30 giorni previsti.
SCIA, scadenze e sanzioni
Ai fini dell’agibilità, la SCIA deve essere inoltrata agli Uffici di competenza entro 15 giorni dal termine dei lavori. Cosa succede al termine di questo periodo? Dovrai pagare una sanzione in base ai giorni trascorsi dalla fine dell’intervento.
- 77 € dal 16° al 30° giorno
- 232 € dal 31° al 60° giorno
- 464 € oltre il 61° giorno.
L’agibilità parziale, il certificato che attesta la praticabilità di un singolo appartamento o di una porzione di un fabbricato, invece, può essere richiesta dal 2013. Insomma, il nostro consiglio è quello di verificare la conformità del tuo immobile, o in autonomia o chiedendoci un consiglio. Ricorda che i controlli di verifica del Certificato possono essere fatti a campione sia dalla Regione che dal Comune di competenza.